Porcellane europee dalla Collezione Zerilli-Marimò

A cura di Andreina d’Agliano
Introduzione Ulrich Pietsch
Lingua italiano/inglese
Anno 2014
ISBN 9788890422331
Pag. 376 a colori
Copertina Cartonato e brossura
Dimensioni cm 24 x 30
Prezzo € 75,00

Collezioni private di porcellana europea di una certa ampiezza e importanza sono al giorno d’oggi sempre più rare. I baroni Zerilli-Marimò, riallacciandosi all’antica tradizione, hanno raccolto con grande competenza una collezione importantissima di porcellane del XVIII secolo provenienti dall’area europea, già appartenuti a collezioni storiche. 

Nell’area di lingua tedesca, la Collezione Zerilli-Marimò raccoglie esempi eccellenti delle prime porcellane e del grès di Böttger realizzato agli esordi della manifattura di Meissen. L’ensemble più importante di porcellane di Böttger, una serie di sette vasi con coperchio dalla montatura in bronzo dorato, è una creazione realizzata da Johann Jacob Irminger per Augusto il Forte, che nel settembre 1725 la offrì in dono al re di Sardegna Vittorio Amedeo II. Due dei vasi appartenenti a questo set da camino si trovano oggi nel Palazzo Reale di Torino, altri tre costituiscono invece alcuni dei pezzi più splendidi della collezione Zerilli-Marimò.

La grande pittura su porcellana di Johann Gregorius Höroldt è rappresentata da un antico bricco per il tè decorato con scene tipiche delle chinoiseries. Una combinazione armonica tra le chinoiseries di Höroldt e l’arte plastica della porcellana è rappresentata da un orologio da tavolo (1729) modellato con grande cura da Gottlieb Kirchner e dipinto da Höroldt. La collezione dispone inoltre di alcuni esempi rilevanti dello straordinario modellatore Johann Joachim Kändler, quali le figurine di Pantalone, di Pierrot, di Arlecchino e Colombina, del dottor Boloardo. Benché i pezzi principali della collezione risalgano alla prima metà del XVIII secolo, periodo di massimo splendore della manifattura di Meissen, vi si trovano alcuni esempi notevoli dell’epoca sentimentale, i cui protagonisti, in forma di putti, incarnano un’infanzia felice e spensierata.

Le porcellane di altre manifatture tedesche riflettono da un lato la preminenza stilistica di Meissen, dall’altro uno svolgimento artistico completamente autonomo. Si vedano, ad esempio, le figure della coppia di commercianti della manifattura di Frankenthal oppure le figure dell’imperatore della Cina e di una cinesina con il suo bambino, realizzate da Joseph Weinmüller e provenienti dalla manifattura di Ludwigsburg. Uno stile peculiare e inconfondibile è quello di Franz Anton Bustelli, ad esempio con la sua Corinna, una figura della Commedia dell’Arte, prodotta nella manifattura di Neudeck-Nymphenburg. 

Nell’area delle manifatture italiane spiccano oggetti molto rari, quali la Kuan-Yin della fabbrica Rossetti di Torino e lo splendido gruppo del Cavadenti di Capodimonte, emblematico della miglior produzione della fabbrica napoletana. Fanno anche onore alla storia della porcellana italiana una straordinaria zuppiera della manifattura Cozzi di Venezia e le due figure della Commedia della manifattura Ginori di Doccia, mentre il regno di Napoli è ben rappresentato da alcuni oggetti attribuiti alla mano del pittore Caselli, attivo a Capodimonte fino al 1752. Non manca neppure il proseguimento spagnolo della fabbrica, rappresentato da un gruppo di satiri e da un vaso del primissimo periodo della manifattura del Buen Retiro, installata nei pressi di Madrid da Carlo di Borbone che aveva portato con sé nel 1759 lavoranti e paste di Capodimonte.

Una collezione che, come questa, abbraccia quasi interamente la produzione europea – non mancano infatti anche oggetti inglesi e olandesi – non potrebbe non includere le straordinarie porcellane di Vincennes-Sèvres, fra cui spiccano un vaso Urne Duplessis dipinto a fiori policromi e un servito da tè bleu lapis di Vincennes, a cui si aggiunge la splendida broc et jatte feuille d’eau, lavorata con un motivo di foglie in bianco su fondo bleu celeste, probabilmente realizzata a Sèvres nel 1758 per l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo.

Nel complesso, la Collezione Zerilli-Marimò offre uno sguardo rappresentativo sullo sviluppo della porcellana europea e nella sua natura di collezione privata rispecchia le predilezioni personali dei proprietari ed esprime l’interesse particolare per determinati soggetti, scelti con cura.


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